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Al Dipartimento Materno Infantile di una A.S.L. del territorio laziale venne affidata, dopo molti anni dall’emanazione della legge 194, la realizzazione del Corso obbligatorio a diretto coordinamento regionale per operatori addetti alla realizzazione della Legge 194/78, sull’interruzione volontaria della gravidanza (IVG). Il corso si è rivolto a 200 operatori appartenenti alle professionalità addette all’applicazione della legge nei Consultori Familiari e nei Reparti IVG della Regione Lazio (infermieri, ginecologi, anestesisti, assistenti sociali, psicologi).

Si è articolato in 10 edizioni di 4 mattine ciascuna con circa 20 partecipanti per ogni edizione. Il progetto si è svolto tra aprile e dicembre del 2000 Il corso è stato centrato sull'uso di una pluralità di metodologie, strumenti, dispositivi: lo psicodramma analitico, il ricalco dell'immagine, l'osservazione diretta del testo e dell'immagine, con l'obiettivo comune di educare all'ascolto di ciò che non è visibile e udibile e gettare le basi per la formazione di un gruppo di lavoro.

Dall’epoca di emanazione della legge (1978) non era mai stata svolta nella Regione Lazio una formazione in tal senso e, mentre numerose ricerche erano state condotte sulle donne che praticavano IVG, nulla si conosceva della condizione degli operatori addetti cioè degli effetti psichici prodotti nel personale curante dal contatto quotidiano con una gravidanza indesiderata sul piano fenomenico ma che noi sappiamo, dal punto di vista dell’inconscio, comunque desiderata, forse per essere interrotta, giacché il vertice dal quale leggiamo la sofferenza umana presuppone che niente sia casuale, tutto sia linguaggio, a tratti segno di qualcosa di indicibile. La finalità del corso era chiarire che l’aborto è sempre un evento che può avere nella vita simbolica di chi lo incontra, si tratti di un operatore o di una donna che ne fa richiesta, un effetto strutturante o destrutturante a seconda che, seguendo le parole di Françoise Dolto venga “umanizzato” o meno, ovvero si dia parola umana a ciò che sembra innominabile, si strutturi in discorso il groviglio emozionale (Dolto, 1987).

Gli obiettivi specifici del corso erano:

Progetto per la prevenzione del disagio e della devianza minorile

Il progetto lavora nel e sul passaggio, affinché l’adolescente, per statuto, soggetto in transito, si faccia consapevole viaggiatore, in cammino verso la conquista di un territorio che sia quello scoperto dal soggetto stesso e non quello di proprietà di altri (con la conseguente replica di modelli genitoriali,sociali…).

Destinatari del progetto.

Il progetto si rivolge, in particolare, a quegli adolescenti in transito all’interno di luoghi di accoglienza residenziali e/o semi-residenziali del comune di Roma e Provincia:

  • case-famiglia 
  • piccole comunità
  • centri diurni

e coinvolge i soggetti sociali che ruotano attorno ad essi:

  • operatori delle strutture di accoglienza  
  • dei servizi territoriali di riferimento.

Il progetto è rivolto anche a quegli adolescenti residenti nei luoghi di appartenenza delle strutture di accoglienza.

 Obiettivi del progetto

I passaggi affrontati dagli adolescenti che attraversano le strutture di accoglienza si configurano spesso come “rotture” perché non hanno trovato ascolto e parola.

Genitori, feriti nella loro infanzia, trasmettono ai figli la sofferenza e il disagio di cui sono portatori. La catena intergenerazionale di disagio e sofferenza sembra non potersi mai interrompere. Al fine di trasformare questo passaggio generazionale che rimanda il soggetto ad un’unica sofferente realtà il progetto di Apeiron propone la costruzione di Percorsi dell’Ascolto che vedano coinvolti giovani e adulti. Il progetto si rivolge quindi a Operatori e Adolescenti considerati assieme possibili gestori e fruitori di uno spazio di ascolto e accoglienza in quei luoghi che, per mandato istituzionale, sono deputati proprio all’ascolto e all’accoglienza. Dopo 4 mesi dall’avvio del progetto, gli adolescenti che vi prendono parte affiancheranno, all’interno di ogni comunità o centro diurno, gli operatori nell’accoglienza dei nuovi ingressi dando vita ad un piccolo gruppo dove chi a suo tempo è stato dall’altro accolto e ascoltato può rendersi accompagnatore attento e discreto di un altro. L’esperienza verrà monitorata dai conduttori dei gruppi di psicodramma e di formazione

Il progetto prevede:

  • laboratorio di psicodramma per adolescenti
  • laboratorio teatrale per adolescenti e operatori
  • gruppo di formazione all’ascolto per operatori.