Da alcuni anni attivo un gruppo di ricerca attorno all'incontro analista/paziente inteso come relazione sintomatica. In particolare viene interrogato il momento in cui un'analisi non si conclude ma si interrompe.
Non detto che le analisi interrotte segnino il limite dell'analizzabile e, se sono legate ad un errore nella conduzione della cura occorre individuarlo trasformando in Maestro lo Scacco dell'analista affinché il luogo dell'altro, incarnato dal paziente altro, non sia che un punto di partenza sempre rinnovato per l'analisi infinita dell'analista stesso.
Nel gruppo di lavoro viene anzitutto interrogato il nodo tra ciò che si presume comprendere delle forze all'opera nell'inconscio dell'altro e ciò che non si può intendere delle forze all'opera nel proprio.
Attraverso lo psicodramma e la rielaborazione teorico-clinica del caso, il gruppo si fa momento di lavoro non tanto o non solo sullo scacco dell'analista ma lavorio sull'incompiuto, ricerca di ciò che non chiude il campo semantico: quanto stato possibile, nel corso della cura, fare spazio a quella parola anasemica che colpisce i sensi ma circola de - significata.
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